IL SENTIMENTO DELLA NATURA
NELL’OPERA DI ALFREDO MESCHI (Lucca
1905 -1981)
5 luglio – 14 settembre 2008
Fondazione Ricci Onlus - Barga (LU)
Comunicato
stampa
“…Posso dire
di aver scoperto il paesaggio per la prima volta, e con emozione volta a volta
diversa e sempre di rinnovata fascinazione, seguendo il Meschi nella sua
ricerca appassionata e silenziosa, anzi dissimulata, del paesaggio dell’anima e
dell’ora. Ed era il paesaggio della Lucchesia…”. Così Carlo Ludovico
Ragghianti, amico di Alfredo Meschi e frequentatore sin da giovane del suo
studio, scrive nel catalogo che accompagnava la mostra dell’artista a Palazzo
Mansi del 1979. E al paesaggio senza dubbio l’artista si è dedicato tutta la
vita, cercando di equilibrare, sempre secondo Ragghianti, fantasia e realtà,
evidenziando una certa componente romantica, e non di rendere un’analisi della
natura esclusivamente ottico-percettiva.
La mostra ricostruisce
attentamente l’attività di questo particolarissimo artista, nato a Lucca nel
1905 dove visse fino alla sua morte nel 1981. Settanta opere circa
documenteranno oltre quarant’anni della sua attività, analizzando le varie fasi
del suo percorso artistico. Alfredo Meschi, chiamato non a caso “il pittore di
Lucca per antonomasia” per i numerosissimi dipinti dedicati alla sua città
natale, ha raffigurato Lucca non solo nei suoi aspetti antichi e monumentali ma
anche in quelli quotidiani, minori, inediti: dalle strade silenziose, alle
chiese più o meno note - San Giovanni,
La chiesina della Rosa, San Frediano dalle mura - immerse in
cieli luminosissimi o plumbei, dalla ricchezza di spazio e di luce delle mura,
ai giardini incastonati tra le case - Orto
Bottini, Orto Micheletti, Giardino botanico - fino alle molte vedute panoramiche
sui tetti, eseguite dall’interno o dall’esterno dello studio nella torre
medievale di San Gervasio.
Un’ampia sezione mostrerà i
dipinti dedicati alla Garfagnana, dove ogni anno, da giugno a settembre, a
partire dagli anni Cinquanta, Meschi si trasferiva, trovandovi qualcosa di
prezioso e consono alla sua sensibilità: l’autenticità di un ambiente umano
conservatosi intatto - come scrive la curatrice Gioela Massagli -, testimoniato
soprattutto da un gran numero di interni, con effetti di controluce molto
insistiti e armonie di colori caldi e vellutati.
Formatosi presso l’Istituto di
Belle Arti tra 1921 e 1924, Alfredo Meschi seguì l’insegnamento del paesaggista
Alceste Campriani, il quale, arrivato a Lucca da Napoli nel 1900 con l’incarico
di professore di pittura, determinò l’immissione, in un ambiente artistico
estremamente conservatore, dell’esperienza figurativa della Scuola di Resina,
gruppo di veristi napoletani al quale Campriani aveva partecipato tra 1862 e
1869. Circa sessant’anni più tardi, nel 1924, anche Meschi soggiornerà a
Napoli, proseguendo la sua formazione sotto la guida dell’altra figura
importante della sua educazione artistica, il pittore Gennaro Villani, attivo
nella prima metà del Novecento e titolare, negli anni Venti, della cattedra di paesaggio e figura
all’Istituto di Belle Arti di Lucca.
Nei dipinti ad olio di questo
primo periodo - Veduta del porto di Napoli, Interno, Primo sole sulle
Apuane, Ritratto della sorella Anna - dalla pennellata densa e dal colore
espressivo, si coglie l’interesse di Meschi per le ricerche postmacchiaiole
primo novecentesche, suggestione presto superata a favore di una stesura
pittorica sfumata e atmosferica,
incoraggiata dalla “scoperta” del pastello, tecnica predominante a partire dagli anni Trenta.
Della fine degli anni Venti molti
sono anche i dipinti in cui Meschi raffigura soggetti lacustri come il
bellissimo Lago Santo o il fiume
Serchio.
Vivace, a partire da questo
periodo, fu anche l’attività espositiva, anche se, schivo quale era, raramente
frequentava i luoghi d’incontro tipici degli intellettuali dell’epoca.
Partecipò a numerose collettive nazionali e molte furono le mostre personali
allestite. Non tardarono ad arrivare anche i primi riconoscimenti ufficiali da
parte della critica come il premio conferitogli alla mostra Nazionale Mentana
di Milano (1929) o il premio Caselli vinto con La via della selva nel 1932.
Nel secondo dopoguerra assistiamo
ad un mutamento progressivo dello stile di Alfredo Meschi: vivaci e decisi
accostamenti cromatici lasciano spazio ad un colorismo vivo ma attenuato, che
si fonde nella visione d’insieme, mentre solo alcuni tocchi più netti emergono
dall’impasto morbido e soffice del fondo. Si vedano ad esempio Veduta romana (Aventino), del novembre del 1945, i frequenti
paesaggi della Valfreddana e i quadri dedicati alla Garfagnana.
Raramente Meschi si è allontanato
dalla sua città natale, se si escludono i brevi viaggi che ci hanno regalato le
vedute di Venezia, Roma, Napoli, i paesaggi maremmani e liguri. Ha preferito
dipingere quotidianamente, per oltre cinquant’anni, con la semplicità e la
serietà che gli erano propri, i luoghi che conosceva sin dall’infanzia. Ed è
l’amore per il volgere dolce e immutabile delle stagioni, per le variazioni
delle luci e del cielo, per l’aspetto così familiare eppure sempre nuovo che i
tetti e i colli lucchesi assumevano sotto i suoi occhi che ha permesso ad
Alfredo Meschi, anche nella sua attività più tarda di mantenere uno sguardo
limpido e fresco sulla realtà quotidiana.
La mostra rimarrà aperta fino al 14 settembre 2008, ed è accompagnata da
un catalogo edito da Edizioni ETS, introduzione
di Umberto Sereni, testo di Gioela
Massagli, e nota biografica di Giovan
Battista Meschi.
Negli oltre quindici anni di
attività,
In particolare, per la
valorizzazione della cultura e dell’arte esistenti nella Valle del Serchio,
Tra le pubblicazioni edite dalla
Fondazione Ricci ricordiamo: Trent’anni
di poesie di Emma Agostini (1991); Barga
tra storia e leggenda di Giancarlo Marroni (1993); Un antico comune nello stato Italiano. Classe dirigente e
amministrazione locale a Barga (1865-1885)
di Anna Rita Grandini (1994); Caro
Giovanni…di Gualtiero Pia (1995);
La voce ed il sostegno della Fondazione Ricci si sono
fatte sentire anche verso coloro che si trovano in condizioni di particolare
necessità e che, più di altri, hanno avuto bisogno dell’amore, della
solidarietà e del rispetto del prossimo. Tutto ciò rientra nella precisa
volontà del fondatore Giovanni Mario Ricci, scomparso alcuni anni fa, il quale
credeva fermamente “che un mondo senza
solidarietà sarebbe un mondo nel quale non vorremmo vivere”.
IL
SENTIMENTO DELLA NATURA
NELL’OPERA
DI ALFREDO MESCHI (Lucca 1905 – 1981)
5 luglio –
14 settembre 2008
Via Roma, 20 – 55051 Barga (Lu)
Tel. 0583/724357 – Fax 0583/724921
e-mail: fondricci@iol.it
orario apertura mostra:15,30 -
19,30 escluso il lunedi
costo biglietto:ingresso
gratuito,offerto dalla Fondazione Ricci Onlus per la conoscenza dell’arte e
della cultura della Valle del Serchio.
Ufficio stampa mostra: Davis & Franceschini
Tel. 055/2347273 – Fax 055/2347361
www.davisefranceschini.it - e.mail:
davis.franceschini@dada.it